Nell’epoca della chirurgia minivasiva, endoscopica laparoscopica o robotica, c’è spazio per ulteriori nuove ere?

Assolutamente si!

L’evoluzione continua incessantemente

 

La nuova frontiera oggi è rappresentata dalle ricostruzioni anatomiche tridimensionali, dalla realtà virtuale aumentata, dall’intelligenza artificiale, applicate al planning pre-operatorio ed all’approccio chirurgico intraoperatorio.

Oggi il chirurgo ha la possibilità di avere a sua disposizione una ricostruzione anatomica tridimensionale e paziente-specifica estremamente precisa e fedele grazie a software che elaborano le immagini TAC o di risonanza magnetica del paziente stesso.

Da qui la possibilità di avere una stampa 3D dell’organo da operare o un modello virtuale da studiare e “manipolare” sul pc prima di approcciarsi all’intervento chirurgico.

Addirittura esistono dei device che permettono la manipolazione e visualizzazione di modelli anatomici 3D virtuali intraoperatoriamente sulla colonna laparoscopica o robotica in modalità touchless: il chirurgo può accedere a tutte le potenzialità del software senza dover toccare alcuna interfaccia con un sistema hand-tracking: un sensore legge i movimenti delle mani del chirurgo che può accedere ad un menu di selezione e di manipolazione del modello.

Grazie alla realtà aumentata si può visualizzare il flusso video come sfondo di ricostruzione.

E’ un sistema trasversale a tutte le specialità chirurgiche e applicabile a tutte le tipologie di intervento: cielo aperto, laparoscopico, robotico.
In chirurgia open o laparoscopica le ricostruzioni vengono visualizzate con modalità touchless su un monitor secondario. In robotica vi è una visualizzazione direttamente all’interno della console.

In urologia, per esempio, le ricostruzioni anatomiche supportano il chirurgo nell’identificazione della corretta posizione ed estensione di una massa tumorale e della sua irrorazione.
Nel caso di un tumore renale, pertanto, può essere molto utile per valutare quali vasi sacrificare per il trattamento della neoplasia, risparmiando un’eventuale sofferenza del restante rene sano.

Nel caso di un tumore prostatico grazie alla realtà aumentata si può verificare la radicale asportazione delle lesione neoplastica riducendo il rischio di avere un margine di resezione che giunge a contatto con la malattia; questo riduce il rischio di recidiva oncologica.

Queste tecnologie si stanno diffondendo sempre più a livello internazionale. Proprio recentemente si è tenuto in Piemonte il 10th INTERNATIONAL TECHNO-UROLOGY MEETING (TUM) – Beyond augmented reality surgery, che è stata occasione di vedere all’opera proprio queste nuove realtà operative che rappresentano senza dubbio la nuova era della chirurgia!